Mimmo BIELLO intervista Marco SODINI
Commento audio/video di Mimmo BIELLO

Intervista del  12 aprile 2018

1) Sei il coach sorpresa della serie A1. In qualità di esordiente ed all'interno di un percorso non facile, stai portando Cantù a concorrere per un posto di rilievo nella griglia playoff, ma parlaci di te, più da vicino, come nasce e come si evolve il Marco Sodini allenatore professionista di pallacanestro?

Nasco in una famiglia di “ Baskettari”, mio padre ha giocato in seconda serie nazionale negli anni settanta, mia sorella giocava, mia cugina e altri due cugini pure. Avremmo potuto fare una squadra di famiglia. Ho iniziato presto ad allenare, proprio mia sorella e mi sono innamorato proprio dell’allenare e da allora non ho più smesso. Dopo qualche anno nella mia amata Viareggio, mi sono spostato a Lucca , prima società organizzata dove ho imparato moltissimo per poi fare un bel salto in avanti al Don Bosco Livorno, fucina di talenti non solo tra i giocatori ( a inizio anno 5 allenatori di serie A erano passati per quel club). Poi la legadue con la scelta di assistentato per capire come funzionasse il professionismo e da quel momento la parte più conosciuta del mio percorso, con la Virtus Bologna, L’Ucraina , Milano, Il Sud America, Piacenza e infine Cantù. Sempre mosso principalmente dalla voglia di migliorare e di avere responsabilità.

2) I tuoi trascorsi nelle minors quanto hanno inciso sulla tua crescita umana e professionale?

Ho sempre fatto gavetta a partire dalla prima squadra che ho allenato. Certe strade insegnano a dover essere autosufficienti e a pensare di risolvere problemi senza piangersi addosso. Credo che questo mi sia rimasto profondamente dentro. Ricordo una volta in legadue a Livorno, che per me il campo era sporco e presi lo straccio per pulire e Dell’Agnello mi fermò, dicendomi che c’era chi , per lavoro doveva farlo. Io semplicemente non ero abituato

3) Potresti scegliere due o più momenti fondamentali all'interno del tuo approdo ai massimi livelli del basket?

Risponderei i prossimi, ma dovendone isolare due direi la prima volta con la “ maglia “ della Virtus in serie A e la prima volta da capo allenatore con Cantù contro Cremona davanti ai miei genitori. Certo, anche la partita di Firenze contro Milano un po’ mi ha segnato...

4) Non vanno sottovalutate ma anzi sottolineate, le tue esperienze internazionali, una delle quali addirittura da consulente tecnico in Colombia, parlacene in maniera più diffusa…

Un Development Coach di passaporto Colombiano ma Canadese ( lavora anche con giocatori NBA) voleva sviluppare un progetto chiamato Colombia 2028 e conoscendomi pensava sarei potuto essere adatto. Sono stato poco tempo, ma sufficiente per rendermi conto dell’enorme potenziale del posto, soprattutto per la struttura fisica dei ragazzi più giovani. Purtroppo il progetto non ha ancora trovato pieno sviluppo, ma ho avuto anche uno splendido arricchimento personale e culturale

5) Com'è avvenuto l'approccio con la prestigiosa Cantù del basket, made in Russia, e soprattutto come si sono evoluti gli eventi o le condizioni che hanno portato alla tua nomina, a capo allenatore?

A Cantù mi chiamò l’allora direttore sportivo, Gianluca Berti che mi conosceva da tempo e con il quale ho sempre avuto uno squisito rapporto. La prima stagione con la girandola degli allenatori l’ho finita come assistente di Carlo Recalcati, la cui presenza mi ha convinto che per me sarebbe stato molto bello proseguire. Con la separazione tra Carlo e la società, sono rimasto come assistente di Kiril Bolshakov con il quale avevo già lavorato e poi c’è stato il suo passo indietro con la grande opportunità per me di guidare la squadra. In realtà tutto è avvenuto così in fredda che non ho avuto nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, tante erano le cose da fare

6) Superato l'impatto, i risultati ottenuti dalla tua squadra, non ultime le grandi performances, nella finale di Coppa Italia, a Firenze, sono in linea con un progetto tecnico e soprattutto una filosofia gestionale, da te conferita, potresti entrare nei dettagli?

L’Obiettivo della stagione era la salvezza. In tutti i ranking di siti e riviste specializzate ad inizio anno eravamo dati sedicesimi su sedici. La salvezza è arrivata molto presto, e molto prima delle attese, per cui si è potuto immaginare un secondo obiettivo tuttora perseguibile dato che siamo stati per moltissime giornate dentro le prime otto squadre, ma non si deve mai dimenticare quale fosse la base di partenza e la richiesta societaria. Dal punto di vista della filosofia Gestionale, non avendo preso parte in modo fattivo alla costruzione della squadra con un ruolo pari a quello che ricopro adesso, ho cercato di adattarmi al materiale umano e pian piano cercare di portare avanti le miei idee. Chiaro che sono stato avvantaggiato dai risultati positivi della squadra.

7) Non può passare in secondo piano, la valorizzazione da parte tua, di tutto il parco giocatori, ed in particolare degli italiani nostrani, quale possiamo considerare, ad esempio, Sasà Parrillo, giocatore più che emergente, con un fondato background nelle minors, ma adesso diventato punto di forza, del vostro contesto, quali sono al riguardo le tue considerazioni?

Ho sempre immaginato che il miglioramento di una squadra passi per il miglioramento dei singoli giocatori e lavoro in tal senso. Per avere risultati come quelli di Sasà, ci devono essere però due componenti che non vanno tralasciate, il talento, altrimenti a certi livelli non ci si gioca e la disponibilità al lavoro e da questo punto di vista Parrillo è un esempio per chiunque a qualunque livello, ma non dimentichiamoci il suo talento.

8) In sintesi, Cantù, la storia della pallacanestro italiana, della provincia assurta a mito, nel basket che conta, quale momento societario vive?

Un momento di crescita dopo un po’ di difficoltà. Consapevoli che c’è molto da fare, ma desiderosi di farlo, forti anche di un supporto dalla città e dall’imprenditoria da cui non si può prescindere ma che si sta recuperando piano piano.

9) Sodini allenatore, quali aspettative coltiva per questa stagione, nell'immediato e più in generale, considerata la notevole credibilità acquisita, dalla vostra compagine, capace di passare, di recente, anche sul campo di Bologna e mantenendo, nel contempo, una costanza casalinga che, la vede, quinta in classifica, nella condizione di mettere paura, domenica prossima, alla comunque favorita MILANO?

Sinceramente pur sapendo che la partita con Milano è vissuta in maniera particolare da tutta Cantù, credo che il mio ruolo, proprio nel tentativo di raggiungere i play off debba essere di equilibrio. Non esaltare troppo una vittoria, non rendere drammatica una sconfitta. Cercheremo di imporre il nostro ritmo e spingere oltre i nostri limiti la nostra prestazione forti del grido dei nostri tifosi che saranno il vero valore aggiunto domenica

 

10) Ti accompagni, guardando la galleria dei personaggi che hanno fatto grande Cantù, a certi nomi che incuterebbero quantomeno rispetto, per citarne qualcuno, Valerio Bianchini, Arnaldo Taurisano o anche Carlo Recalcati, quali sono le tue sensazioni in questo senso?

Non ci penso, perchè se ci penso rabbrividisco e considero ancora una bestemmia infilare il mio nome in una frase che comprenda questi personaggi, bisogna avere misura nelle cose..

11) Per concludere, non solo basket...Il Sodini uomo di cultura....e sappiamo quanto tu lo sia, ti rende in particolare diverso dagli altri tuoi colleghi allenatori di A1?

Francamente credo che ognuno debba essere quello che è. Conosco i miei colleghi e non ne vedo due simili. Il fatto di essere curioso è una cosa che ho sempre avuto e non è necessariamente legata alla pallacanestro. Sostengo il bello della diversità da sempre, a parlare con me stesso, probabilmente mi annoierei, mentre mi fa piacere quando parlo con i miei colleghi che siano diversi, abbiano diverse passioni ed anche un modo differente di comunicare. Così possiamo ascoltarci se ci va e divertirci a migliorarci reciprocamente.

Ti ringraziamo per la tua disponibilità .... Ottimo lavoro ed in bocca al lupo,

                                                                                  MIMMO BIELLO

 

Allenatore della Pallacanestro Cantu' . Serie A1 di Basket