Mimmo BIELLO
09/05/2016
                                     

All’insegna del 2 a 0, la prima serie dei playoff della serie B, a favore delle squadre meglio classificatesi nella regular season, con la sola eccezione del Basket Scauri che, ribalta il pronostico, come accaduto al Pescara, nel girone D, vittorioso in trasferta a Campli, e capitalizza esponenzialmente, il suo successo a Palermo, dominando il ritorno in casa contro gli isolani e, proponendosi quale mina vagante del girone C. Scauri dunque qualificatosi per la semifinale ed in compagnia delle migliori ovvero Eurobasket, Palestrina, Cassino, e meritatamente assurto a cliente scomodo, nella sfida che, in 5 partite,  vedrà opposta la formazione tirrenica, alla favorita Eurobasket. Equilibrio assoluto, si preannuncia nell’altra semifinale, tra Palestrina, chiamata a difendere l’imbattibilità casalinga associata al suo senso autoctono, rarità nelle minors, ed il talentuoso Cassino che, fuoricasa purtroppo, è abituato a giocare, dal momento che è l’unica squadra d’Italia, nei playoff di B, a non disporre di un fattore campo ma che di ciò, purtroppo e suo malgrado, se n’è fatta una ragione, dimostrando di non temere alcun confronto. Nei playout sorride l’Isernia che, concretizza la salvezza, alla quarta partita, proprio sul campo dei cugini rivali del Venafro, spreca invece il suo match point, per la salvezza, Fondi, sconfitto in casa e rimandato martedì, a Maddaloni, nell’ultimo appello, per scongiurare la retrocessione.

Eurobasket, chiude la serie con Empoli, espugnando il PalaLazzeri, per 70 a 78, dando prova di aver recuperato energie sufficienti per gestire il legittimo ruolo di favorita che le spetta, constatato il ruolino di marcia maturato nella stagione. Importante per i capitolini aver ricreato un asse di rendimento tra Stanic,22, Rizzitiello, 18, Dip, 18 e Birindelli,12, utilissimo, in un momento di appannamento di Righetti,2. Prevale in questa squadra la sintesi esperienza, panchina lunga, fisicità nella fase difensiva e buona pulizia nel gioco offensivo benchè non sempre suffragata da scores realizzativi altisonanti. I tanti qualitativi portatori d’acqua del roster, un esempio per tutti Fanti o anche Staffieri, completano una fisiognomika possente più che talentuosa, del team romano, sicuro della sua forza, da lanciare la sfida dei playoff, nel capiente PalaTiziano , nell’intento da mostrare, a Roma, il suo spessore. Empoli, da tutta se stessa, sporca passaggi, disturba tiri, tiene in vita un grosso numero di secondi tiri, in attacco trova Mariotti 17, Ghizzani 14 e Mascagni, 16, in giornata favorevole ma patisce l’ equilibrio, la  continuità offensiva dei capitolini e dunque una minore qualità complessiva. La partita vive di un binario unico iniziale, del più 9 in favore degli uomini di Bonora, Empoli rimane attaccata alla partita, arrivando anche a meno 2, 35 a 37, alla fine del primo tempo, però senza mai riuscire a mettere il becco avanti da porre in crisi lo strapotere, il controllo, della gara, che la capolista riesce costantemente a marcare. Eurobasket solida, efficace nel pitturato, autorevolmente in semifinale, Empoli comunque autore di una stagione positiva, applaudita dai suoi tifosi.

Più drammatica nell’andamento, gara 2 tra Luiss e Palestrina, con gli universitari in grado di guastare la festa ai prenestini, ma puniti dalla straordinaria abilità di questi ultimi, a sapersi esprimere, nei momenti cruciali, fuori da ogni spartito, e risolvere con giocate estemporanee situazioni in bilico grazie a Rischia, 28, protagonista assoluto, ma ben assecondato dal talento fisico di Pierangeli, 11, in un momento di straordinaria fiducia e dal rendimento chirurgico di Gagliardo, 13, pivot buono per tutte le stagioni, tanto pericoloso un metro fuori dai tre punti che nelle postazioni high and low post. Bene Sabbatino, 9, sabotatore di alto bordo, in grado di supportare la squadra, nei momenti di calo di Rischia. La Luiss è costretta ad inseguire, non trova il consueto apporto in punti dei suoi esterni, Rambaldi, Marcon, Chiatti e Faragalli. L’attacco è sulle spalle di un super Ramenghi, 23, giocatore di talento, al quale il futuro, nella categoria superiore, non è azzardato da pronosticare e di Scuderi, 8, positivo nel suo impatto dalla panca. Gli uomini di Paccariè, trovano ritmo e condivisione nella fase difensiva, riempiendo molto l’area, nei giochi a due degli ospiti e, conquistando un congruo numero di rimbalzi. La rincorsa degli universitari, a lungo indietro nel punteggio, 42 a 53 al riposo, si concretizza nel finale, quando una bomba di Rambaldi, porta loro in testa sul 78 a 75, salvo subire un 1c1, nel cuore dell’area, dal solito Rischia. Nei 100 secondi conclusivi, sul 78 a 77, l’attacco sbagliato di Faragalli e la palla recuperata dai prenestini, consente l’ennesima invenzione all’iperbolico Rischia che, regala alla squadra di Lulli, il definitivo 78 a 80 e di conseguenza, una vittoria pesante, soprattutto la consapevolezza di poterla risolvere sempre, una partita, con le giocate atipiche dei suoi “ruspanti galletti”. Luiss a testa altissima, un girone di ritorno impressionante, il salto oceanico dalla zona salvezza ai playoff, miglior risultato della sua storia, ed una serie finale, per quanto amara nell’epilogo, dai contenuti d’inequivocabile valore, nei progressi messi in mostra da questa squadra.

Chiude bene i conti, sul 2 a 0, anche il Cassino, passando per 67 a 75, sul campo più ostico dei quarti ovvero quello di Scafati. Campani pungolati nell’orgoglio sia dalla proprietà della famiglia Cesarano che da uno sponsor, di lungo corso, quale la Givova,  nonché da un ambiente molto carico, tanto per non sfigurare nel confronto con i cugini dell’A2, cari all’altro popolare patron del luogo, Longobardi e lanciati verso una strepitosa promozione in A1. Ma il Cassino dimostra compattezza in seno al suo organico, trova una prestazione a base di collettivo, dove ciascuno mette la sua mattonella ma soprattutto dove emergono potenziali gregari quali Ausiello, 7 e soprattutto Castelluccia, 20, un arma tattica, l’abruzzese, mezzo lungo con un tiro piazzato mortifero, che, se ben sfruttata, potrebbe, anzi sarebbe meglio dire, è, un valore aggiunto, addirittura determinante nell’economia del gioco dei sanbenedettini, proprio nella giornata negativa da parte dei suoi portatori di palla Berti,1 e Lovatti, 0. Tuttavia non mancano, nei momenti cruciali, l’apporto di Carrizo che, non tira benissimo, 7, ma continua a creare gioco per gli altri e quando serve, mette dentro i canestri che fanno male, la silenziosa regolarità di Dri,11, la costanza realizzativa di Grilli,10 ed il ritrovato smalto nel pitturato e dintorni di esso, di Liburdi, 13, in buona condizione atletica, a differenza del suo dirimpettaio Ianes, 1, evidentemente reduce da un periodo fisico difficile, ma assolutamente da recuperare, in quanto l’unico vero giocatore interno, al cospetto di una squadra, quella sanbenedettina, dotata di perimetrali di alta qualità ed eterogenea specificità. Difende forte Cassino, contiene la giornata da incorniciare di Di Capua, 23, limita Carrichiello, 11 ed il valido Cucco, 9, sa piazzare break letali, 32 a 44 all’intervallo per poi gestire con padronanza il vantaggio senza rischiare più di tanto, nel quarto finale, quando i salernitani si avvicinano a meno 7, 65 a 72. La matricola Scafati giunge al capolinea, di fronte una squadra ormai compiuta nel suo iter. Sarà la difesa sull’estemporaneità dei Rischia, Rossi e Sabbatino, la chiave di volta, per i basso laziali, per far saltare il fortino Palestrina e togliere sicurezza ai prenestini, a loro volta impegnati a contenere il miglior attacco complessivo del girone. Una società di lunga milizia, con provata tradizione, il Palestrina di Cilia, abituata a certi exploit, contro la giovane ma caparbia Virtus, sponsorizzata Banca Popolare del Cassinate, presieduta dalla Dott.ssa Formisano e mirabilmente diretta dal Dottor Manzari, al secondo anno di serie B e di playoff, ma già notevolmente più in alto dell’asticella dello scorso anno, percorso arenatosi ai quarti di finale…Più equilibrio di così “ n’in zo “, per dirla alla Martufello! Certo tirare in ballo il fattore campo è di prassi, ma nel contempo, porlo in rapporto ad una serie di 5 partite, ne attenua gli effetti, trattandosi di due formazioni ricche d’esperienza, con giocatori abituati a climi infuocati!

Ed infine la mina vagante, lo Scauri di Renato Sabatino, autore di una prestazione eccezionale, governata dal proprio allenatore, con la saggezza tattica del nocchiero navigato e nel contempo con la psicologia di una piazza sempre affamata di successo, con l’innata voglia stupire, insediatasi da ben 52 anni nel Dna della società tirrenica, tanti sono i suoi anni di vita. Difficile paragonare i risultati ottenuti a più riprese, dallo varie edizioni dello Scauri del passato, a quello del presente, ciascuno è protagonista del suo tempo. Sicuramente i più ottimisti, mai avrebbero potuto pronosticare uno Scauri in semifinale, considerate sì alcune individualità eccezionali, vedi Bagnoli, ok la forza del gruppo, ma in fondo un organico di sette giocatori, con 3 giovani effettivamente relegati in panchina e stop. Di certo potremmo osservare, e questo me lo consentano i miei amici scauresi, da vecchio allenatore di questa società, che non vi è più una nutrita presenza locale di giocatori protagonisti come storia vuole, anzi non vi è decisamente nessuno del posto o forse del Golfo, in barba alla grande tradizione di un tempo, ma ogni epoca ha le proprie caratterizzazioni. Sembrano indiscutibili i meriti di Renato Sabatino che, subentrato ad Addessi, dopo la quarta giornata d’andata, ha progressivamente conferito un habitus vincente alla squadra ed una gestione del gruppo intelligente, sotterranea, fino a diventare ineccepibile nella serie finale contro il Palermo, di Gian Luca Tucci, comunque autore di un buon campionato. Un 75 a 53 che non ammette repliche da parte dei siciliani, spazzati via dal crescendo dei tirrenici, a tratti impressionanti per intensità, vitalità ed in ultima analisi per qualità nelle soluzioni. Palermo si approccia bene alla partita, più reattiva nei primi 10 minuti di gioco e precisa nel tiro dalla distanza, soprattutto con le guardie, Di Emidio,11, Ondo Mengue, 11, Cozzoli,7 e più tardi, il play tascabile, Merletto, 10. Scauri ci mette un po’ a trovare il timing giusto in attacco e subisce più di qualche secondo tiro, ma sul tentativo di zona dispari effettuato dagli avversari, a seguito di un break di più 6, 24 a 18 operato dagli ospiti, cambia letteralmente marcia, innestando ritmo e spacing nelle giocate, per altro selezionate benissimo, sotto la sapiente regia di Richotti, 12, e la chirurgica mano di Boffelli, 16, straordinario il suo campionato, nemmeno rimpianto per un attimo il fuoriuscito Svoboda. Nel gioco interno, sale in cattedra, Bagnoli, 24, ma soprattutto 28 di valutazione, il suo è un dominio totale nelle realizzazioni così come nei rimbalzi, negli spazi che crea per Salvadori, 8, altro giocatore intelligentissimo negli in and out nonché nel gioco alto basso del post. L’imprevedibilità sgusciante di Giammò, 12, segna indelebilmente il break di 17 a 2, che, porta Scauri sul 35 a 28, senza che Gian Luca Tucci, letteralmente impietrito, davanti alla debacle della sua squadra, chiami una provvidenziale sospensione…. Il Palermo appare tramortito, sembra non rientrare, più in campo, dagli spogliatoi, invece i padroni di casa continuano ad esaltarsi davanti al tripudio di oltre 1000 persone intervenute, con giocate interne pregevoli assistite da una fisicità assolutamente superiore anche per una squadra ben strutturata quale il Palermo, tradito da un irriconoscibile Requena, da un pavido Antonelli e da un impalpabile Azzaro. Il monologo Scauri si conclude con l’eloquente 75 a 53, per i tirrenici. La semifinale è da sogno: Eurobasket – Scauri, il tutto contro il suo contrario. 10 uomini contro 7, la capitale contro un paese che vive di basket, la ferrea manageriale organizzazione contro il contagioso entusiasmo tutto tirrenico, la novità Eurobasket contro la tradizione dello Scauri che, sa di mito, il complesso squadra su larga scala dei romani contro le individualità dello Scauri registrate però intorno all’asse Richotti/Bagnoli, il fascino indiscreto del grande giocatore di serie A, Davide Bonora, passato in panca a tradurre nelle minors, la lezione dei suoi grandi maestri, Ettore Messina per tutti contro la longevità e l’esperienza di Renato Sabatino, abituato a giocare playoff di livello e soprattutto con una tradizione vincente alle spalle, quando forse questo campionato era davvero di eccelsa levatura….Tutti gli ingredienti a disposizione per un Eurobasket schiacciasassi ma anche per uno Scauri che sa sognare…consapevoli di quanto la favola Leicester, di Ranieri, abbia regalato un autentico momento freudiano di cui tutti avevamo bisogno!

Per concludere i playout, drammatico, intenso, quello tra Isernia e Venafro, tutto molisano, dinanzi ad una cornice di pubblico, rara a vedersi. Prevale l’Isernia, in quattro partite, con più rotazioni, più qualità complessiva, nove giocatori esterni ed uno interno, tutti molto giovani, con una struttura di squadra più idonea a potersi salvare nella categoria e magari un assetto societario in evoluzione, probabilmente in grado di potersi consolidare, però chiamato a calarsi in un circuito programmatico, pena l’isolamento! Venafro, società dignitosissima, al terzo anno di B, ma con 5 elementi esterni e 5 elementi locali, seppur non di primissimo piano, è costretta ad alzare bandiera bianca, in un anno difficile, dove le ridotte potenzialità economiche della società, non hanno consentito al coach manager, Arturo Mascio, bandiera e memoria storica della società, di poter allestire un roster di livello. Eppure per due partite la sfida è stata equilibratissima, 65 a 62,per l’Isernia la prima, 72 a 71, la seconda, per Venafro, sempre sul campo dell’Isernia ed infine il crollo sia psichico che fisico degli uomini di Mascio, in verità solo sei elementii utilizzabili, con l’inerzia a favore, nelle due sfide casalinghe, perse rispettivamente per 75 a 85 e, senza l’ammissione di alcuna replica, per 64 a 97, con una prestazione “ monstre “dell’Isernia, del trio di guardie, Carosi, Smorra e Sansone, torridi nel tiro da tre e Tamburrini, il migliore di Venafro, nella serie, a salvare l’onore dei padroni di casa, sfortunati anche nel perdere il play Ferrara, dopo pochi minuti di gioco, causa un infortunio da stress, come spesso capita a coloro che, hanno prodotto, uno sforzo superiore alle umane possibilità. Riconoscendo i meriti indiscutibili dell’Isernia, va comunque formulato un plauso alla società venafrana, partita nel passato dalla promozione regionale e progredita, nel tempo, a livelli non immaginabili, a loro va formulato l’augurio di una pronta rinascita e di un pronto rientro nella categoria. Ancora invece in corso di svolgimento, la serie tra Maddaloni e Fondi, che si concluderà martedi 10 maggio, per noi che scriviamo oggi, al PalAngioni Caliendo di Maddaloni, dove si riprenderà da una situazione di perfetta parità, 2 a 2, con le due squadre che si sono strappate vicendevolmente il fattore campo. Dopo la vittoria di Fondi, a Maddaloni, per 58 a 78, in gara 1, pronta rivincita per 85 a 66 dei casertani; sudpontini, vincenti di strettissima misura, 70 a 65,in casa, in gara 3, con una grande prestazione di Lilliu,23, però spreconi del matchpoint successivo, sempre tra le mura amiche, nonostante un'altra grande prova di Lilliu,23, a vantaggio di Maddaloni, più fredda nei momenti cruciali, per 55 a 62, supportata quest’ultima  dal trio Caceres,11, Florio,20 e Desiato,8. Casertani, realisticamente col pronostico a favore, in virtù del fattore campo ma Fondi, già in due occasioni, sia nella regular season che nei playout, ha dimostrato di poter vincere sul campo avversario e di non essere, vuoi per caratteristiche dei suoi giocatori, vuoi per mera fisionomia di gioco, una squadra propriamente gradita agli uomini di Monda. A presto!

 

                                                                                                                        MIMMO BIELLO