“30 Maggio 2015 …. Gigi e i suoi anni Ruggenti”

 

Ricordi, testimonianze ed interventi perché le emozioni rimangano perenni

 

    Ci sentiamo  tutti molto emozionati, quasi  tesi, è la giornata finale, probabilmente  trattasi dello stress accumulato nei mesi precedenti ed in particolar modo degli ultimi giorni.

    Un percorso lungo e piacevole ma che inevitabilmente lascia dei segni sulla pelle, soprattutto  a coloro che hanno  speso sudore, profuso energie mentali, impiegato tutti i mezzi possibili a loro disposizione, per coinvolgere persone,  affinare dettagli, combinare situazioni e dettagli,  creare le atmosfere ed i presupposti, facendo sì che ciascuno potesse ritrovarsi in un contesto ideale ma reale allo stesso tempo, laddove,  oltre  al ricordo, sia d’uopo fornire la testimonianza di un modo perenne di vivere lo sport. Una filosofia, non superata o smielata, per non dire patetica e comunque nostalgica, come qualche buontempone  asserisce!  Meglio il tentativo poi, di non rendere il ricordo un retorico pretesto, per ritenere  tutto datato, insomma che non fosse l’ultimo degli Amarcord!

     Gli ultimi giorni sono stati convulsi, dopo la cena benefica del 24 Aprile, alla quale avevano partecipato oltre 70 persone, in un'atmosfera carica di suggestione e con tanti sorrisi ritrovati, il nostro decorso organizzativo aveva subito un  appesantimento o rallentamento fisiologico, occorreva definire il roster della rappresentativa del Golfo ed inoltre avere l’esatto organico della nazionale Master, per cui intercorrevano frequenti se non febbrili colloqui tra Nicola Santoro, vero “deus ex macchina“ del Comitato, e Giuseppe Ponzoni, indimenticato protagonista del basket anni 70’ ed attualmente General Manager della Nazionale Italiana Master ora  cara al grande Alberto Bucci. Nicola, aveva preso dal lavoro, una settimana di ferie e si occupava “full time” di ogni aspetto specifico dell’organizzazione, assistito alla grande da Patrizia, moglie dolce e discreta e dalle sue splendide figlie, molto coinvolte nella partecipazione e nella tipica atmosfera  affettiva  che,  viene a crearsi, nelle famiglie degne di tal nome, quando un genitore sa far innamorare  il suo nucleo, di un progetto e/o di una situazione comune. L’importante e’ seminare proselitismo,  accoliti sinceri: grande Nicola hai colto nel segnoE' bastato un pranzo fugace a casa loro e leggere negli occhi di Patrizia, Giovanna ed Eleonora per rendersene conto di tutto ciò

     Io, oltre a ruotare intorno alle iniziative di Nicola, mi dedicavo prevalentemente ai rapporti con la stampa, in particolare con Basketinside, nel tentativo di conferire maggiore visibilità alla manifestazione, senza per questo disdegnare importanti puntatine su facebook. A tal riguardo, un grande plauso va speso anche  per la giornalista di BasketInside, Alessandra Ortenzi, sensibilissima e disponibile, in ogni momento,  alle nostre richieste e a dedicare ampio  spazio a noi. Tutto avveniva nella piena supervisione di Mario Arceri, pronto sempre da Roma,  a fornire le coordinate per qualsiasi sortita, a lui sottoposta.

   Naturalmente non pochi problemi di natura logistica sussistevano relativi alla sistemazione inerente il Convegno, da tenersi la mattina del 30 Maggio. Di questi problemi, come di tutta la  logistica in generale, si occupavano, il Presidente Fip  Prov.le, Gianni Colavolpe ed ex GM del Basket Scauri anch’egli inesauribile, ed il sempre presente Nicola Santoro.

    Gianni un guerriero impavido e generoso, dolce e duro allo stesso tempo, dalle emozioni nascoste ma che esplodono all’improvviso non senza cedimenti emotivi,  per persone e situazioni vissute anche sulla sua pelle….un uomo, vero, sensibile  come pochi! Negli  occhi dei presenti , il ricordo della  sua commozione “sociale” nel corso della  trasmissione dedicataci da Radio Formia dalla sempre ospitale e gentilissima Franca Forte, il giovedì mattina del 21 maggio, alla presenza  oltre che dello stesso Gianni, mia, di Nicola, e di rappresentanti della  Società Basket Forever, Società principalmente rivolta all’integrazione di ragazzi  affetti dalla sindrome di Down, in coabitazione con altre associazioni dedite al sociale operanti nel Golfo. La tavola rotonda era, in quel momento, “scivolata“ da argomentazioni di tipo squisitamente sportivo a quelle, ben più gravi, riguardanti l’inserimento di tali soggetti diversamente abili nel mondo del lavoro ed in generale nel tessuto sociale, una piaga  mai forse  opportunamente affrontata! Gianni non seppe trattenere le lacrime nel suo intervento,  discorrendo  della loro condizione al cospetto di una “mamma  coraggio”, la Signora Santoro,  nello specifico madre  del            “Professore” Benedetto Santoro, partecipante al progetto del Basket Forever, la quale entra attivamente  nel dibattito, davvero encomiabile per  simpatia e per vitalità. In sintesi il suo concetto era molto essenziale: i veri problemi sono e saranno a carico di chi ce li ha, solidarietà a parte, però rimarcando in toni sinceri tutta la propria ammirazione e gratitudine verso tutti coloro che sono loro vicini.

     Tornando al Convegno, più che le difficoltà inerenti i relatori, la cui adesione era stata già da tempo acquisita, si ponevano  questioni di recettività, inerenti le strutture passate al vaglio per il Convegno, troppi cambiamenti repentini senza trovare la formula giusta o comunque conveniente, semplicemente adeguata al contesto e meglio finalizzata al messaggio che volevamo trasmettere. Dagli scenari del mitico centro Coni, “B. Zauli” di Formia, una location invitante ma onestamente troppo costosa, alla sala Consiliare del Comune di Minturno, raffinata ma isolata, non coinvolgente dunque , per finire al Lido di Scauri, ritrovo polarizzante sul lungomare scaurese, ristrutturato, suggestivo nella cornice, con il mare a far da sfondo,  ma sfornito di strutture necessarie adatte ad assolvere quella, che per noi e non solo, è anche una “mission“ culturale. Dopo varie consultazioni,  senza dimenticare il contributo e consiglio, nella fattispecie, fornito, dal sempre meticoloso ed utile Nicolino Pisanelli, Nicola e Gianni, approdano al Liceo Scientifico “L.B. Alberti“ di Marina di Minturno, visibilmente dotato di un aula “Magna” di primo piano, imponente nelle idonee attrezzature per la comunicazione, per la proiezione e più in generale accogliente, anche per un eventuale coinvolgimento che, poi si rivelerà determinante, non solo di gente comune e degli appassionati di pallacanestro, ma “in primis” degli studenti della succitata scuola, tra cui il figliolo del nostro Luigi, il dolcissimo Roberto Ranieri.

     Il Dirigente Scolastico, prof. Amato Polidori,  vecchio compagno di scuola di Luigi, in pratica, ci consegna  con cortesia e affabilità le chiavi della scuola, offrendosi, di persona,  per l’apertura dei lavori del Convegno.

     Come poter dimenticare, in riferimento alla nostra brochure “Quegli anni ruggenti a Scauri”  la preziosa opera  grafica, affidata ai figlioli Giorgio e Gianfranco Colavolpe ma in particolare svolta dal primo, ottimo professionista, molto preparato nel proprio lavoro,   dalle positive intuizioni del momento e prodigo di contributi in toto  condivise dal Comitato.

     Un ultimo incontro/cena del 15 maggio, fissava le linee definitive della brochure e conferma l’impaginazione già  “giornalisticamente” suggerita, in precedenza, da Mario Arceri, Direttore di Basket Magazine.

       Sabato 30 maggio, è un bel mattino di sole, dopo aver gustato  un buon caffè  presso il Bar Pasticceria Morelli, eccoci con sufficiente anticipo al Liceo Scientifico “L.B. Alberti”. Io, Nicola e Gianni  entriamo emozionati nella scuola dirigendoci verso lo studio del Preside mentre le loro rispettive consorti  trasportano le brochures, ne distribuiscono  le prime copie e sistemano in bacheca i manifesti del memorial.  Salutato anche il personale di servizio presente, arrivati in presidenza, troviamo già il Dottor La Mura, nostro relatore, medico sportivo, nonchè addetto ai lavori del basket formiano in particolare. La Mura e Polidorii vantano una vecchia frequentazione di vecchio corso con Luigi e, quando lo spazio condiviso si chiama scuola, i ricordi volano nell’aria come farfalle al sole, ubriache di luna.  Si susseguono gli arrivi, tra cui quello degli altri componenti il Comitato organizzatore, gli altri relatori, i dottori Coletta Damiano ed Emiliano, padre e figlio, il primo dipendente del reparto cardiologia dell’ospedale “S.Maria Goretti” di Latina, il secondo,  unita’ operante presso il reparto di pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila,  gli studenti,i tanti ex compagni, primo fra tutti, l’incommensurabile Ciccio De Lise, proveniente con consorte, dalla Sicilia da Cefalù. Negli anni di Scauri, Luigi per lui fu un vero padre putativo…un affetto mai sbiaditosi nel tempo come anche l’esperienza trapanese testimonia.

      Eccola finalmente la  famiglia Ranieri,  oltre al fratello Massimo e la relativa compagna, la sorella Rosanna con il marito Antonio, i figlioli Serena e Roberto accompagnati da mamma Isabella.  Scalda il cuore l’inattesa  quanto emozionante partecipazione della madre di Luigi, la signora Angela, sempre discreta e lontana dalle luci della ribalta, una donna che  evidentemente i pesi sulle spalle li sa portare, avendo ormai da tempo,  nel cuore, con molta dignità,  due dolori, quelli del marito e del figlio, identici nell’epilogo e forse anche nell’origine,  mai facendo mancare comunque l’afflato necessario, a coloro che le sono stati vicino, anzi trasmettendo lo spirito indispensabile per  attraversare, nel tempo, stagioni della vita non facili.

     Aveva resistito ad ogni tentazione d’intervenire, ad ogni invito formulatole di recente. Bravo ancora Nicola, l’ultimo tentativo era stato quello vincente, il giorno 29 Maggio un salto a casa Ranieri insieme a Gianni Colavolpe, tantissime emozioni e commozione a fiumi, un abbraccio, forte, interminabile ed il consenso a partecipare per  essere presente e ringraziare tutti coloro, tanti, che hanno contribuito alla riuscita dell'evento, rivedere in un giorno tutti insieme gli amici di Luigi, come la signora Angela segretamente ha sempre desiderato.

    Il grande Mario Arceri,  distribuisce gli incarichi, tra i tanti il sottoscritto viene impiegato al servizio fotografico, detta gli ultimi accorgimenti per dar finalmente il via  al Convegno da lui condotto in modo perfetto.. Si inizia con una breve ma commossa introduzione del Capo d’Istituto, il prof. Amato Polidori, la parola poi passa al previsto, appassionato,           “ruggente” intervento del dottor La Mura, ispiratore del titolo del convegno “Lo Sport per la Vita, una Vita per lo Sport” chiaramente riferito a Gigi che tanto ha dato allo Sport ed al Basket particolarmente.

      Il Doc ama definirsi: “sono uno che prende la vita per le corna“, ed associa questo aspetto del suo carattere a quello del compianto Luigi, col quale trascorse gli anni belli del liceo, a Formia; compagni di scuola, di merende, di muscoli da esibire, di pallacanestro, di “zingarate” tipiche di quel periodo, dalla scazzottata al bagno, tanto per dimostrare gli attributi al contorno, alla vittoria nei Giochi della Gioventù contro il temuto “Istituto Tecnico Commerciale di Formia“ del gia’ molto brillante Giorgio Colarullo, fin da allora ribattezzato  il “Doctor J. del Golfo “ per le sue indiscutibili movenze alla Julius Erving. Scorrono gli episodi nel racconto del Dottore, salvo poi come è normale, “zoommare” su dettagli di carattere scientifico, quali quelli legati alla prevenzione e ai controlli medico/sportivi richiesti per conseguire la necessaria idoneità all’attività fisico/agonistica. Come sottolinea, da esperto medico sportivo, La Mura, le statistiche a noi purtroppo note, non raccontano di un paese incline alla normalizzazione in materia di rispetto delle regole, in tema di prevenzione. I recenti episodi di Morosini nel calcio, di Bovolenta nel volley, per non andare troppo indietro nel tempo, ma non dimenticando nelle “minors” del basket, tanto per citarne una,  la morte su un campo, ad Imola, di Giovanni Marchetti forse 10 anni or sono, testimoniano, buttano un ombra sulle anamnesi e sugli esami degli atleti in questione, espressione tra l’altro di una superficialità nel concedere le idoneità a svolgere l’attività agonistica, rivelatasi poi determinante purtroppo nel configurare certi esiti di cronaca.  

      La premiazione del dottor La Mura, ad opera della signora Angela Mella in Ranieri, l’emozione scolpita sul suo volto mista all’ansia per le imminenti sorti del drammatico Consiglio Comunale che a Formia si profilava a breve, fanno da cornice, grazie anche agli stacchi, da consumato e carismatico conduttore, di Mario Arceri, ad un convegno ormai entrato nel vivo.

     Anche noi del Comitato ci sentiamo più sciolti, meno frenati nel tenere insieme, concentrata la platea. Prima dell’esordio del Dottor Coletta Damiano, va ricordato che il ricavato dalla distribuzione del libro dedicato a Gigi “Quegli anni ruggenti a Scauri”  avevamo deciso di devolverlo, dopo la trasferta bolognese, in accordo col nostro grande “assente” giustificato dal memorial, in quanto impegnato per motivi di lavoro nel lontano Texas, lo storico capitano Gianni Biondi, all’A.I.R.C.  Cio’ senza oscurare l’intervento della rappresentante dell’Aido, Sig.ra Paola Falso, alla quale, la famiglia Ranieri, decise allora di devolvere gli organi di Luigi.

     Il dottor Damiano Coletta, uomo di calcio, ex calciatore ed allenatore, con la delicatezza e con la fluidità di eloquio che gli e’ congeniale, continua ad approfondire i temi di chirurgia vascolare, accennati dal dottor La Mura, concentrando il suo intervento circa le modificazioni fisiologiche del muscolo cardiaco nell’attività sportiva, per poi approdare alle patologie inerenti la mala prevenzione, i carichi di lavoro inadeguati, le malformazioni cardiache congenite non adeguatamente fatte risaltare dai controlli effettuati anche ad alti livelli. Gli episodi riguardanti il compianto Luciano Vendemini, “l’eroe“ del torneo preolimpico di Edimburgo 1976, pivot  della Nazionale Italiana di Giancarlo Primo, a Rieti prima e a Torino poi, lo sfortunato calciatore, Antonio La Porta del Siviglia,  per  terminare al trascurato, ma per fortuna ancora vivente, Nwanko Kanu, attaccante dell’Ajax  e dell’Inter, per tacere di altri, confermano quanto ancora bisogna lavorare per monitorare costantemente lo stato sia degli sportivi professionisti che dei ragazzi appena avviatisi  ad una disciplina sportiva.

      La sempre emozionante premiazione dello stimato cardiologo ad opera della famiglia Ranieri, fa da ponte al passaggio del testimone tra padre e figlio, ossia da Damiano ad Emiliano Coletta ,quest’ultimo  dipendente del dipartimento di “ Pronto Soccorso “ dell’ ospedale dell’ Aquila. Un intervento diverso in quanto pratico che, suggella un deciso cambio di passo del Meeting , con riferimenti alle problematiche inerenti  il massaggio cardiaco, la respirazione “bocca a bocca” e  le varie situazioni traumatiche dell’atleta.  Questo argomento polarizza ancor più l’attenzione del pubblico meno adulto, molto composto fino allora,  ma solo adesso coinvolto appieno data anche la giovane età del relatore, in fondo  più  vicino a loro. L’intervento, basato sulla dimostrazione applicata ad un manichino e non su diapositive come i precedenti, appassiona la platea che dimostra di gradire le divagazioni del giovane Coletta, molto calato in ciò che in mezzo al campo, da un momento all’altro, potrebbe realmente accadere.

      Ultimata la premiazioni dell'ultimo relatore, sotto la sapiente regia di Mario Arceri, dal convegno si passa alla presentazione del volumetto “Gigi Ranieri quegli anni ruggenti a Scauri“.

       Basta un semplice riferimento di Mario sull’esperienza di vita ed alla carriera di Luigi, ad emozionare tutta la famiglia seduta in prima fila. L’opuscolo, commentato dal grande giornalista del Corriere dello sport ed ora direttore di  Basket Magazine, in ogni sua parte, raccoglie contributi importantissimi, frutto di esperienze umane condivise, provenienti  sia dal mondo della pallacanestro in senso stretto che dal mondo degli affetti. Viene passato in rassegna  partendo dalle alte cariche dirigenziali ovvero il Presidente F.I.P. Gianni Petrucci, oltretutto sindaco di S.Felice Circeo, dove Gigi aveva lungamente insegnato, a scuola, nonché amico del territorio pontino in genere, il Presidente della Lega Nazionale Pallacanestro, Pietro Basciano, trapanese che, non ebbe il piacere di conoscere allora Luigi, attualmente Presidente di quella societa’ “Il Basket Trapani“, allora presieduta, con acume, dal senatore Garaffa, diretta magistralmente da Ciccio Venza ed allenata, con successo, da Mimmo Trivelli che, allora, costituì il laboratorio umano e formativo del Ranieri, fuori da Scauri, fino a diventarne dopo due indimenticabili stagioni, tra l’altro ultimatesi, con due campionati vinti, la sua vera seconda casa. Il ricordo anche se solo telefonico o privato di altri trapanesi eccellenti, quali Fabio e Dario Tartamella, Giacomo Genovese, Andrea Parolo, Ciccio Mannella, Angelo De Stasio, conferiscono il giusto valore all’immagine di questo atleta, ben 32 anni dopo la sua milizia in terra sicula. A prescindere dalla sua scomparsa, rimarrà radicata, nella gente trapanese che lo conobbe e che lo continua ad omaggiare, l’orma del suo cammino in quella terra.  Molto presenti  i vertici del Basket Scauri di adesso e di allora nonche’ i commenti dei tecnici federali  Capobianco e Bocchino, allora allenatori di club e spesso avversari di Luigi in campo. Sara’ senza esclusione di colpi bassi il basket  o comunque ossessivo il trasporto degli addetti ai lavori verso il risultato, ma mai e’ venuto meno il sincero fair play unito  al riconoscimento della sua figura e di ciò che egli ha rappresentato per le “ minors “ di quegli anni. Scorrendo gli innumerevoli ricordi degli amici, Arceri giunge fatalmente ai  riferimenti  incentrati sugli ex compagni presenti e sulla sua famiglia seduta in prima fila. Si succedono gli  interventi molto toccanti del GM dello Scauri di allora, Gianni Colavolpe, sembrano sul suo volto disegnati quegli anni, di Nicola Santoro, in vari momenti memoria storica di quel che fu e vero “ trade union “ tra una fase e l’altra del Convegno,  di Ciccio De Lise, testimone da Trapani a Scauri, di Armando Scalzone, una sorta di eroe dei due mondi, sempiterno istrione, brillante giocoliere con Luigi  delle “campagne“ di Scauri e di Cassino, di Antonio Di Lella, “l’eterno ragazzo“, spontaneo e schivo allo stesso tempo, bravo a tenere tutto dentro con una compostezza teutonica salvo tradire la sua natura emotiva, apparentemente omologata, la voce rotta dall’emozione che  non riesce letteralmente a trattenere. E' la volta di Gianni Lauretti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Latina, scosso dalla tragedia, omicidio dell'avvocato Piccolino, di un membro appartenente all’ordine da lui presieduto, ma con lo spirito sorridente e sobrio  emanato dai suoi occhi espressivi, con i riferimenti circostanziati alla storica promozione del Basket Cassino, dalla serie D alla serie C  nella stagione 1987/88, ottenuta in un clima di assoluta goliardia condivisa tra i componenti di quel team forse eccessivo per la categoria di allora. A seguire Felice Costanti, protagonista della promozione a San Severo, per cinque anni a Scauri, uno al quale non fa difetto l’intelligenza arguta, il fine humour, il saper far gruppo e attirare complicità davanti ad una buona degustazione di vini o di pietanze, senza naturalmente disdegnare la battuta giusta nel momento giusto. Conclude la rassegna degli atleti Alessandro Gambelli, sorprendente per maturità e lucidità nel ricordare gli anni di Cassino, invero non pochi, vissuti non senza qualche polemica con Luigi ma prontamente riassorbitasi nello spirito comune di squadra e di spogliatoio, favorito, in tanta disomogeneità anche dall’intelligenza e dall’attaccamento ai colori degli atleti che ebbi l’onore di allenare in quel periodo storico.

      Una foto di gruppo molto fiera, sancisce il passaggio delle consegne alla famiglia. In prima fila vi sono la mamma, la signora Angela, Il fratello Massimo con la sua compagna, l’ex moglie Isabella con i figlioli Serena e Roberto, la sorella Rosanna col marito e le sue bambine, il cugino Sergio e tanti amici che si stringono loro intorno, quasi volessero esorcizzare il brutto ricordo di una tragedia comunque viva e  magari concentrarsi sulle emozioni che Luigi ha suscitato prima e lasciato poi in eredita’, recuperare il sorriso, trasmettere un messaggio d’amore perenne per la vita affinché tutto rinasca, cosi’ come sarebbe sempre piaciuto a lui. Sono molto emozionati  i Ranieri, quasi paralizzati nelle parole, rompe il ghiaccio la sorella Rosanna che ringraziando il Comitato, per l’attività profusa in questa celebrazione, ridisegna in poche parole la vita del fratello evidenziando le virtù che lo accompagnarono ma senza rinnegare determinate scelte non condivise dalla famiglia d’origine. Era cosi’ Luigi, testardo, determinato, fragile in alcuni momenti, combattuto ma diretto verso una meta. Molto oggettivo il riconoscimento dato da Rosanna  al ruolo avuto, per la formazione di Luigi e per la sua crescita umana,  alla moglie, Isabella, prima e alla compagna Claudia poi, che, lo rese per la terza volta padre, di Valentina, venuta alla luce poco prima della sua improvvisa scomparsa. Il seme di questo percorso, al presente, e’ riconoscibile nei rapporti di “famiglia allargata“ che tutti e tre i figlioli intrattengono grazie anche a queste due donne molto orgogliose e  coraggiose.

       La premiazione finale di “Mamma Ranieri“ ad opera di Mario Arceri ed una super foto ricordo, suggella la fine della prima parte del Memorial.

    Siamo tutti in “trance agonistica” come se il Convegno dovesse continuare o vorremmo non fosse mai terminato. Quel momento di emozione così forte che ci ha rivisto uniti nel suo ricordo. E’ la cultura delle piccole cose, l’accarezzare le attese, pensare a fare meglio nel ricordo di quello che l’istante precedente ci ha regalato continuando ad avere nostalgia dell’istante vissuto da inguaribili romantici.

        La pausa pranzo ci vede al fianco dei nostri relatori del mattino. Un sole delicato fa da sfondo alla nostra piacevole conversazione, interrrotta da qualche pietanza marinara servita dal padrone di casa Gian Luca Miniati presso il ristorante I Due Monelli di Formia, ormai covo e punto di incontro del comitato.

     E’ inevitabile qualche riflessione su quanto il convegno abbia fornito in tema di contenuti e di sensazioni oltre alle consuete divagazioni che hanno reso da sempre i nostri incontri briosi, ricchi di allegria o meglio goliardia. L’incontro al ristorante, invero casuale, con Pasquale Gallinaro rende piu’ colorita l’atmosfera. Pasquale è lo storico conduttore, insieme al nostro Nicola Santoro, delle apprezzate trasmissioni di TeleGolfo degli anni 80, dedicate alla pallacanestro del Sud Pontino, nonché telecronista del famoso spareggio di S.Severo, 32 anni fa, di cui le immagini  sono tuttora sul sito WWW.BASKET4EVER.IT e, di recente  irradiate anche su facebook,  a rinnovare i corsi ed i ricorsi storici  tra lo Scauri e S.Severo.

       Una passeggiata con l’eterno Scalzone, nelle vie centrali di Formia ed una sbirciatina al porto ed ai pescatori, conclude questo momento.

        E’ arrivata l’ora di onorare anche la pallacanestro giocata. L’arrivo di due grandi della storia passata del basket a Scauri, Fabio Molinari e Giorgio Colarullo, ultima la passerella e ci proietta nella cornice del PalaBorelli di Scauri. L’incontro con Alberto Bucci ed il team della Nazionale Italiana Master ha il fascino dell’unicità, per quello che il coach bolognese, personaggio carismatico e ricco di spirito, ha rappresentato in vari periodi nella storia della pallacanestro italiana. I suoi inizii alla Fortitudo Bologna, assistente del compianto Dido Guerrieri al quale subentro’, Fabriano, Rimini, la Virtus Bologna prima e dopo la Scavolini Pesaro, il ritorno amarcord a Fabriano, l’emigrare nel pianeta del basket femminile a Parma, un irruzione non fortunata in politica quale candidato a sindaco della città di Rimini dove abita, la cattedra di Giochi Sportivi all’Università di Campobasso, la collaborazione in qualità di consulente di alcune società delle minors, vedi Chieti ed infine l’esperienza umana nella Nazionale Italiana Master rendono questo personaggio molto simpaticamente “cult“. Gli scudetti a Bologna sponda Virtus, le finali scudetto con Pesaro, le vittorie in coppa Italia con la stessa Pesaro senza trascurare le tante onorevoli partecipazioni in Coppa dei campioni con la Virtus Bologna e con la Scavolini Pesaro, impreziosiscono sia la storia che la sua leggenda. Un immortalarsi, con lui di foto ed abbracci che, continuano ad emozionarlo. Il suo calore umano e la rara spontaneità mai sbiaditasi negli anni, pe

       Il suo roster ha facce in attività  più dell’ambiente della serie B di un tempo, quali Corvo (Battipaglia, Scafati, S.Antimo, Sarno), Corvino (Foggia, Bari, Potenza, Melfi, Matera, Bergamo), Feliciangeli  (Roma, Chieti e Rieti), Delli Carri (Foggia, Potenza, Bari, Siena), Pino Romano (deus ex machina della Virtus Fondi) e gli indimenticati Tortolini(Fabriano, S. Benedetto del Tronto, Pozzuoli), Riccardo Esposito (Treviso, Battipaglia, Roma, Ferentino, Senigallia)  e Venturi ( Fabriano, Benevento ), che della serie A, rappresentata pero’ da un sempre vincente Stefano Sbarra (Roma, Napoli, Cassino). Il siparietto simpatico tra loro ed  i senatori del vecchio Scauri, Scalzone, Riscolo, Colarullo, De Lise, Santoro, Renato Giannini, Pontecorvo, equivale a scrivere una lunga pagina del diario delle “ minors “ e soprattutto rende tangibile quanta storia la Scauri cestistica avesse nel suo Dna, quanto cammino abbia fatto Luigi Ranieri, ricordato ed omaggiato dagli avversari di un tempo. Gigi avrebbe fatto sicuramente parte di questa Nazionale e sarebbe stato uno dei cardini principali.

       Nella selezione “ degli  amici “, gli unici del Golfo  in attività ad un certo livello, sono Scotto con Formia, Lilliu e Di Marzo con Fondi,  Longobardi con Orzinuovi ed un sempre vitale, Saverio Celenza, alle mie dipendenze per più di una stagione con Luigi a Cassino per complessivi  5 anni, 49enne, ancora protagonista nei playoff di C2 abruzzesi con il suo S. Salvo.

        Il n. 4, quello che indossava sulla maglia Luigi quando era in campo, e’ comune alle 20 casacche, tanti sono gli amici di Luigi, in attività e non, impegnati agli ordini miei, di Nicola Santoro e Sergio Ranieri.  E una strana sensazione la mia, è’ il primo anno, dopo i 34 in panca, che sono rimasto senza allenare, mi divido tra l’orgoglio di guidare la selezione unito all’onore di trovarmi di fronte Alberto Bucci con tanti avversari del passato nella memoria e la voglia di rifuggire dallo stress accumulato, concentrarmi sul “folklore“ dell’evento nonché sul suo significato evocativo. Rivivrei momento per momento la mia carriera, rivisitando tutti gli insegnamenti che, sia a Cassino che a Scauri, Luigi mi riservò, in ultima analisi i tanti discorsi che in privato ci facevamo. Ma ora ci sono dentro, penso ci fosse lui, non vi sarebbe un solo minuto da perdere  in tristezze, ma in larga parte,  momenti di spirito, di allegria e di pallacanestro giocata. Evviva Dio ricordiamolo ancora così.

       Non senza spunti tecnici di rilievo e nemmeno senza contraddizioni, considerato il carattere dell’evento, la partita termina 92 a 68, in favore della Nazionale Master. La rappresentativa locale conduce,  fino a quando l’inevitabile girandola di cambi, imposti dall’interminabile lunghezza della panchina, altera le sorti del match e procura uno strappo di sette punti, a favore della Nazionale, al termine dei 2 quarti. In evidenza Riccardo Esposito, Pino Romano (alla fine 14 pt per il primo e 16, per il secondo, evidentemente molto motivato, al suo esordio in maglia Azzurra e voglioso di strappare la convocazione per i mondiali di categoria della prossima estate ) e Gigi Delli Carri (11 punti ) per i Master , Lilliu e Longobardi per Il Golfo. Nel  secondo tempo, salgono in cattedra soprattutto Corvino e Corvo, 18 pt., per gli ospiti, quest ultimo alla fine molto legittimamente riceverà il premio Mvp della partita oltre al sempre utile  Venturi, 12 punti e tanta presenza da parte dell’ex Fabriano e Benevento. La rappresentativa accusa un ritardo di 30 punti, frutto di rotazioni talvolta avventurose ma comunque nel pieno spirito dell’avvenimento, grazie a Scotto ed al lavoro sotto le plance di Di Marzo, Il Golfo contiene il divario rimanendo onorevolmente a 24 punti  dai blasonati nazionali. Fa la sua toccante apparizione, a sorpresa, anche Serena Ranieri, figlia di Luigi, cestista di ottimo livello al femminile, coinvolta da Nicola Santoro nonostante le comprensibili resistenze.   Il suo intervento, dopo il commovente pensiero riportato sull’opuscolo assieme alla sorella minore Valentina e alla compagna di Luigi, Claudia, conferisce ulteriore tenerezza alla manifestazione pur con l’operoso tentativo del Comitato di spogliarla di alcuni contenuti retorici.

       Nicola, amici, non abbiamo a vergognarci delle nostre emozioni. L’ultimo film di Paolo Sorrentino, “ Youth “ (Giovinezza!), ben immortala questo aspetto, le emozioni son tutto quel che abbiamo,  non vi fossero, o meglio non vi fossero state, non staremmo a parlare, a ricordare colui che per lungo tempo ce le ha donate e con il quale le abbiamo condivise. Anche per un solo minuto coloro che in campo sono andati, vecchi e meno vecchi, hanno conferito un impronta, come dimenticarla?

      Le premiazioni dei protagonisti, della famiglia, di Alberto Bucci, della Nazionale, di Pino Corvo “The man of the match“, degli arbitri, “orfani“ dell'internazionale FIMBA  Giuliano Ciano, formiano Doc che ha rivestito un ruolo importante nell'organizzazione della gara creando i primi contatti tra Ponzoni e Santoro un forfait dovuto a motivi di forza maggiore, ma con un indimenticato Roberto Biasini, da Veroli, in grande spolvero, sicuramente uno dei migliori arbitri delle minors, fino a qualche anno fa.

        Le foto di gruppo, bene auguranti anche per lo Scauri Basket, presente in gruppo e il giorno successivo  impegnato nella decisiva trasferta di Sarno che, riconsegnerà  la serie B alla squadra tirrenica, esauriscono il cerimoniale della manifestazione.

        Scendono le luci della ribalta sul Memorial, la cena finale con il Team Azzurro ospite del Comitato presso un'altro ritrovo culinario-cestistico del Golfo, il Ristorante l'Anfora di Scauri dello Chef Marco ormai malato di Basket a 360°, consegna agli archivi una manifestazione che, ciascuno di noi ha paura possa rimanere unica. Le cose son belle perché passano. La felicita’ dura un attimo ma noi vogliamo ricordarla nel tempo anche questo sarebbe piaciuto a Luigi, tanto forte ma capace di emozionarsi all’improvviso. 

        Ciascuno ritornerà a casa propria sia con i propri problemi che col proprio patrimonio di emozioni e con la consapevolezza e la tranquillità di aver fatto il massimo per ricordare il nostro GIGI.

    Questo gruppo di amici e’ rimasto coeso andando fino in fondo ai suoi obiettivi. Volevamo lasciare un segno del nostro cammino insieme a Lui.

       Vi regaliamo anche le nostre debolezze!

                                                                                                                           Coach

                                                                                                                   Domenico Biello